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Il Re CenZore

se ne sentiva proprio la mancanza...

THE TOWN

Ben Affleck è un bel figaccione. E' anche un bravo attore. Ciò non significa che possa interpretare qualsiasi ruolo. The Town riesce solo in alcuni punti di un film che invece avrebbe potuto essere molto più incisivo.

Charlestown è un grosso quartiere di Boston, abitato dalla classe operaia discendente dagli immigrati irlandesi, in cui fiorisce la malavita. E secondo voi Ben Affleck con quella faccia da bravo ragazzo può mai interpretare un gangster irlandese? No. Non ci riesce neanche un po'. Di tutti i personaggi del film i più riusciti sono il boss-fioraio, che poi è lo stesso attore che fa il vecchio Fisher in Deception (allora era tutto un sogno anche questo?) e il cattivissimo Jeremy Renner, il gangster cattivo, molto più bravo qui che nel deludente The Hurt Locker che pure gli è valso una statuetta. Memorabile la sua camminata, lui poliziotto finto, in mezzo a centinaia di poliziotti veri che gli danno la caccia. Anche la sua fine è degna. Ma per il resto, poca roba. Che già l'idea di un gangster buono e uno cattivo, legati da un rapporto indissolubile eppure impossibile, è già stramba di per sè. Mettiamoci poi una svampita che fa il direttore di banca, abita in un sobborgo, è single e va a lavarsi gli abiti in una lavanderia a gettoni. Insomma ma di che stiamo parlando? Un direttore di banca che cammina a piedi, abita in una casa popolare e non ha nemmeno la lavatrice in casa? E che poi lascia il lavoro dicendo "ho qualcosa da parte" e va a coltivare fiori in un orribile orto sulla riva del fiume e si dedica al volontariato? Vabbè.
D'altronde il libro da cui è tratto il film, che si intitola The Town - Il Principe dei Ladri, la dice lunga. Ma non era Robin Hood quello? Insomma una rilettura di Robin Hood nei nostri tempi, trasformato in favoletta da oratorio, edulcorato da tutte le brutture del mondo che però avrebbero aggiunto spessore al racconto. C'è pure lo sceriggo di Nottingham! Il poliziotto dell'FBI, che anche in Mad Men sembra una specie di Ridge col distintivo, che non vuole nient'altro che mettere dentro i criminali, senza guardare in faccia nessuno. E tralasciamo il finale alla Huckelberry Finn. Affleck con quella faccia da bamboccione proprio non ce la fa, e poi quando esibisce quegli addominali mi innervosisce ancora di più.
Se proprio volessimo trarne un insegnamento, sarebbe che l'uomo vuole sempre quello che non ha. L'uomo uomo, dico, il maschio. Ma vi pare possibile che il sogno realizzato di ogni maschio venga qua schifato da Affleck? Insomma, ha una ragazza, che non è manco brutta per niente, che va a trovarlo a casa, ci fa sesso e tre secondi dopo aver finito (un orgasmo degno delle mie migliori prestazioni: un minuto e mezzo) sparisce. E invece no, Benone cerca l'ammore. E' proprio vero che vogliamo sempre quello che non abbiamo...
Eppure gli elementi per farne un buon film c'erano tutti: l'idea di rappresentare Boston come se fosse Dublino, coi suoi vicoli stretti, le case basse ammassate l'una sull'altra non era per niente male. Solo che di quell'ambientazione ci rimane solo un'impressione da cartolina. Non un cassonetto fuori posto, non un approfondimento vero, credibile, realistico di quella che potrebbe essere la vita all'interno di una delle zone off di una metropoli. Manca il vissuto della gente che ci abita, il senso di appartenenza, l'elemento culturale che mantiene in piedi quelle logiche assurde. Poteva quasi essere lo Spike Lee bianco. E invece no, viene tutto puntato su una caratterizzazione schematica dei personaggi. Che poi alla fine esce che il regista del film è lo stesso Affleckone. Ma li mortè. Non un'idea. Solo le scene di azione, girate per altro come si faceva 40 anni fa, sono riuscite. Per il resto quasi una camera fissa. Roba da strappare ovazioni a Venezia o a Cannes...
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