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Il Re CenZore

se ne sentiva proprio la mancanza...

TRON - in principio fu il bit

Da non confondere col beat, assolutamente. Il bit è la base del mondo, l'elemento fondante dell'universo conosciuto, la monade primaria, il principio uno. O zero. Visto che è l'estrema crasi di binary unit, altri dicono di binary digit. Otto bit fanno un byte, oltre che il primissimo tentativo di musica digitale. I Kraftwerk, i Telex, e tanti altri partirono dal byte, o dagli otto bit, per creare nuovi movimenti musicali. Ma non solo musica, anche arti figurative, pittoriche e, ovviamente, cinema. Tron è stato probabilmente il primo riuscito film basato quasi interamente sulla computer grafica. In tempi assolutamente non sospetti, con soluzioni anche di un'ingenuità stupefacente eppure azzeccatissima, la Buena Vista, società di produzione della Walt Disney, nel cammino che l'ha fatta diventare un colosso economico, ha tirato fuori questo gioiello che è diventato un cult nel tempo. Forse la prima pellicola in cui si parla di realtà virtuale, prima ancora che esistesse la realtà virtuale. La storia è originale. Un programmatore inventa dei videogames di successo ma subisce il furto del brevetto delle invenzioni da un altro tale, nomen omen, Dillinger, che si appropria delle sue creature e diventa super presidente. In quanto tale, Dillinger protegge la sua posizione con un supermega programma, il  Master Control, in grado di gestire da solo tutti i sottoprogrammi. Man mano il Master Control diventa autosufficiente e comincia a prendere decisioni da solo, minacciando addirittura di impossessarsi del Cremlino e del Pentagono. In tutto questo, un altro programmatore inventa Tron, un programma che ambisce all'autonomia dal Master Control. C'è una terza, la ragazza del film, scienziata che ha inventato una sorta di raggio per il teletrasporto. I tre, i due programmatori, creativi, Jeff Bridges e Bruce Boxleitner con la ragazza si infilano nell'azienda usurpata e tentano di hackerare il tutto, alla ricerca delle prove dei furti di Dillinger.  Master Control si incazza e usa il raggio per trasferire Bridges all'interno della sua memoria. Qui, Bridges incontrerà gli altri programmi succubi del Master e assieme a Tron e alla ragazza tra mille sfide ai videogiochi e astuzie varie riuscirà a distruggere il Master, riappropriandosi dei brevetti e alla fine vissero tutti felici, contenti e miliardari.
Le soluzioni grafiche usate sono stupefacenti, il film originariamente è stato girato in bianco e nero e poi sono state realizzate in postproduzione le computergrafiche. Un modo completamente diverso di lavorare da come succede oggi, e un film Disney fuori dagli schemi Disney. Silenziosamente, Tron si è infilato nel substrato culturale (come cazzo parlo?) di una generazione, diventando capostipite di un genere. Una sorta di monolito nero. A breve uscirà il sequel del film, che mi attira molto non per ragioni cinematografiche o tecnologiche stavolta, ma semplicemente perchè la colonna sonora sarà dei Daft Punk, che interpreteranno anche due videogames. Attendiamo fiduciosi.



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