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Il Re CenZore

se ne sentiva proprio la mancanza...

LA FESTA DEL FILM DI ROMA FINALMENTE E' FINITA!

E non stiamo a commentare chi ha vinto e chi doveva vincere. Non stiamo a dire che continuiamo a premiare Servillo perchè fa sempre lo stesso personaggio nello stesso film. Non stiamo a dire nemmeno che la voglia di novità è talmente alta che si fanno sempre le stesse cose. Che il premio viene dato a un film belga. Che c'è anche l'immancabile premio al film iraniano.
Anzi no. Una cosa la vorrei dire. Ci pensavo oggi mentre tornavo da... ma che ve ne frega da dove tornavo? Tornavo, e non guidavo io, quindi pensavo. E pensavo sta cosa. Cioè che l'ultima tendenza del mondo dello spettacolo italiano è l'iperpersonalizzazione. Non so da dove venga sta cosa, mi viene in mente una delle prime edizioni di Amici, che forse ancora si chiamava Amici di Maria de Filippi, o addirittura Saranno Famosi, in cui i professoroni, gente che nessuno ha mai visto recitare o sentito cantare, insistevano a dire ai loro pupilli che dovevano metterci la loro interpretazione. Che sarebbe pure una cosa giusta, c'è bisogno di uscire dai canoni del già sentito, ma dietro deve esserci anche altro. Ok, non so se abbia un senso sta cosa che ho scritto. Ma l'esito mi pare sia sotto gli occhi di tutti. Attori e cantanti delle ultime generazioni non fanno che nascondersi dietro la loro personalissima interpretazione. Riescono in un modo o nell'altro a tirare fuori qualcosa di buono, e questo è il lato positivo, e poi non fanno più nient'altro. I Negramaro continuano ormai da anni a cantare sempre la stessa canzone plurigorgheggiata. Ligabue trombonizza la voce e mette l'accento sulle finali. Toni Servillo fa Andreotti in tutti i film. Valerio Mastrandrea continua a fare il trentenne (ormai quarantenne un po' pelatino) sfigato, insoddisfatto e disadattato.
Adesso scrivo una cosa che odio: nessuno si mette in discussione. Che pare un po' anche questa una frase-tormentone da finalista di miss Italia. Ma calza, no? Andando oltre le difese a oltranza alla Trapattoni, dribblando gli ultrà di questo o quell'altro, vi viene in mente qualcuno a parte Vasco Rossi, Valentino Rossi (strano caso?), ci metto dentro anche Bonolis, sebbene con riserva, e Celentano che ne fa una cifra stilistica un po' troppo poco spontanea, qualcun altro dicevo che cerchi di proporre cose nuove? Guardate la politica: il Primo Ministro fa cazzate una dopo l'altra. E quando lo beccano che dice? Tutti comunisti (o giù di lì). Poi per sbaglio buca una ruota sul lungotevere, e il leader dell'opposizione che dice? Il Primo Ministro si deve dimettere: non è ammissibile bucare sul lungotevere. Ormai circuiti di azioni e dichiarazioni vuote, senza significato. Un copione già scritto, già sentito. Tutto in nome de "il pubblico vuole questo". Dio lo vuole! Certo, se qualcuno si azzarda a fare una cosa nuova viene sottoposto a una bordata di critiche preventive, una cosa più schifosa della censura non riesco a immaginarla. Vasco fa una cover dei Radiohead (dio li odio, preferisco la canzone rifatta da Vasco) e piovono critiche dappertutto. Censurato. Valentino abbandona la Honda e prende la Yamaha e tutti lo danno per finito. Censurato. Poi torna a vincere e lui passa a Ducati. Quindi ora si aspettano che ricominci a vincere. Ricensurato.Bonolis se lo può permettere e fa il battitore libero, e dovunque vada il successo è assicurato, perciò lo ammetto con riserva grazie al suo talento. Celentano ormai è uno dei grandi vecchi e per rispetto lo rispetto, anche se non l'ho mai visto senza addormentarmi. A meno che non parliamo di Lui è peggio di me. Capolavoro. Ma poi? Si, a volere spulciare qualcuno qua e là si trova. Ma poi? La sfida è aperta, fuori i nomi. Adesso andiamo tutti a goderci allegramente il film iraniano che ha vinto alla Festa del Film di Roma, aspettando il prossimo carrozzone senza la minima curiosità.
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