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Il Re CenZore

se ne sentiva proprio la mancanza...

LA PASSIONE (un nome, un destino)

Altrove, questo film lo avevo commentato sbrigativamente, ancora sull'onda emotiva della reazione alla visione, che era avvenuta pochissimo prima. Adesso ho deciso di inaugurare questo mio spazio internettiano con una recenZione nuova di zecca. Che siccome non mi piacerà, la nascondo subito dietro quella, ormai edita, di un altro e ben diverso film. La Passione, un nome un destino. Non quello di alcun protagonista del film, ma di ogni spettatore che, in periodi lontani dalla quaresima, si vede imporre questo supplizio senza motivazioni apparenti. Ma qualcosa da pagare ce l'abbiamo sempre, e quindi forse è meglio farlo così, in fondo. La storia si dipana attraverso l'uso di personaggi che in teoria sarebbero ben delineati e interpretati da bravissimi attori. Silvio Orlando, Giuseppe Battiston e Corrado Guzzanti, però, rimangono vittime degli stereotipi a cui ormai si sono legati da anni, e il trattamento del regista non aiuta certo a diminuirne il grottesco. Alla fine della visione resta irrisolto il mistero: perchè i registi italiani spacciano il cavalletto per il carrello? Ai posteri l'ardua risposta. Intanto, ci teniamo il senso di nausea da "panoramica", col presupposto che questa passione dovrebbe fare ridere. Ma mi viene in mente l'episodio dei Simpson in cui si scopre il motivo della "normalità" di Homer: un pastello conficcato nella narice fino al cervello. A un certo punto Homer decide di farselo levare, e diventa improvvisamente un uomo colto, pacato, intelligente, attento. E va al cinema a guardare una becera commedia e mentre tutti intorno a lui si sbellicano dalle risate lui resta lì, perplesso. Poi decide di tornare a conficcarsi il pastello nel cervello. Forse qui sta la nascostissima morale: la via per la felicità risiede nel quartiere dell'idiozia. Oddio, forse gli autori di questo capolavoro della cinematografia contemporanea italiana sarebbero più propensi a indirizzare il paragone verso le commedie alla Vanzina. Ma giuro che io preferisco quelle a questo tipo di film. Che poi è impossibile pure capire che film sia. Commedia? Dramma? Mah, non si sa. Ma il problema è mio eh. La prossima volta starò più attento e il prossimo film italiano andrò a vederlo a ridosso della Santa Pasqua.

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