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Il Re CenZore

se ne sentiva proprio la mancanza...

AMANDA: MURDER TRIAL IN ITALY, dalla realtà alla finzione e ritorno

Meredith Kercher era una studentessa inglese ventiduenne che è stata trovata morta la notte del 1 novembre 2007 (il 2 novembre si commemorano i morti, macabra coincidenza) a Perugia. Meredith è stata ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella sua camera da letto, nella casa che condivideva con altri studenti. 
Dopo lunghe e intricate indagini vengono condannati in primo grado per omicidio, violenza sessuale e furto Raffaele Sollecito (condannato a 25 anni di galera), universitario barese che all'epoca del delitto aveva 23 anni, Amanda Knox (condannata a 26 anni di reclusione) studentessa di Seattle all'epoca ventenne che aveva una relazione con Sollecito al momento del delitto e Rudy Hermann Guede (condannato a 16 anni), proveniente dalla Costa D'Avorio e arrestato in Germania il 20 novembre, 19 giorni dopo il delitto. Guede è stato estradato in Italia poche settimane dopo l'arresto e ha successivamente patteggiato ottenendo dal Gup la concessione del rito abbreviato di giudizio. Nelle indagini era stato coinvolto anche Patrick Lumumba, proprietario del locale dove lavorava Amanda Knox e da questa descritto come presente sul luogo del delitto la sera dell'omicidio. Le accuse contro Lumumba si sono poi rivelate errate e quindi è stato scagionato. 
Eccezion fatta per Guede, la cui condanna è definitiva, gli altri due condannati sono ricorsi in appello. La corte d'Appello si riunirà il 12 marzo prossimo.
La faccenda come tutti ricordano ha destato l'attenzione della pubblica opinione e s'è meritata la prima serata di Raiuno (o seconda?) con il celebre plastico di Vespa. Ormai non sei nessuno se Vespa non ti fa un plastico. Ovviamente sull'intera faccenda è stata successivamente dipinta una situazione di sballo, disperazione, solitudine, trasgressione in cui la provincia italiana umilia i suoi giovani, che si danno alle droghe, frequentano immigrati malfamati e chissà che altro. Roba che non possiamo manco immaginare. Tra l'altro tutto torna alla ribalta per le tristi ultime vicende che riguardano un'altra tragedia, sempre nella stessa zona. 
Comunque, quello che si può ricavare dai fatti è che c'è un delitto poco spiegabile, dove sono intervenuti i Ris di Parma, gli uomini di C.S.I. Miami, La Signora in Giallo, il Tenente Colombo e nonostante questo l'opinione pubblica non ha ancora accettato la sentenza. Amanda Knox è diventata una vera e propria star. Le cronache la dipingono come fosse una specie di messia, uno spirito che aleggia per carceri e tribunali, con la leggiadria di un fantasma e la serenità di un condannato a morte. Ci hanno pure fatto un libro. Manco fosse Malcolm X. Sollecito invece ha assunto l'immagine del ragazzo di buona famiglia attirato dal lato oscuro della trasgressione. Un rampollo decaduto. Una sorta di via di mezzo tra Lapo Elkann e Ralph Cotter.
Guede invece potrebbe essere il "bovero negro" che è rimasto vittima degli eventi e che in una società ipocrita deve ricorrere al male minore accettando la pena di un crimine di cui non si sa quanto sia effettivamente responsabile.
Ecco questi sono i profili per un racconto. Un film? Magari! Quasi. Un film per la tv. Che andrà in onda il 21 febbraio in Usa sul canale Lifetime
Una storia controversa, visto che ancora manca la sentenza definitiva per i condannati. ma di sicuro effetto soprattutto per la tv guardona. Non so se e quando in Italia vedremo mai sto film, bacchettoni come siamo. Ma probabilmente rifiutarne a priori la visione, se non addirittura la messa in onda, non è pienamente sensato. Senonchè la richiesta di annullarne la messa in onda proviene dai familiari della vittima, anzi dai loro legali. "E' orribile quello che hanno fatto - ha detto al Sun (giornaletto delicatissimo) John Kercher, il padre di Meredith - Sono sorpreso che si siano spinti fino a questo punto, mi avevano assicurato che non avrebbero mostrato il momento dell'omicidio".
Pare infatti che il film mostri alcune scene in cui Meredith viene uccisa. La cosa è intuibile guardandone il trailer, che da qualche tempo circola anche su internet. Intuibile, non espressamente riscontrabile. E anche se fosse, capiamo pienamente il dolore del genitore, ma in tv se ne vedono a bizzeffe di persone uccise, mutilate, scaraventate sotto i treni in corsa, sbudellate fatte a fettine eccetera. Sì, ok, in questo caso si raffigura una faccenda realmente accaduta, perlomeno stando al primo grado di giudizio. Tocca la sensibilità dei parenti della vittima senza dubbio. Ma allora il plastico di Vespa? I microfoni degli inviati messi sotto il naso di chiunque? Le giornaliste (perchè in questi casi le donne fanno più audience?) che chiedono alle vecchiette per strada "cosa sta accadendo alla sua città?". E le poverette che rispondono inebetite. Tutto questo non urta la sensibilità dei parenti? Diritto di cronaca. Senz'altro. Lo dico a chiare lettere per non far sorgere alcun dubbio. Al di là del singolo caso, da cui traiamo spunto, qui si è contrari a qualsiasi forma di censura. 
Ma non finisce qui: "Non solo - continua Kercher - quelle immagini hanno sconvolto me e la mia famiglia, ma c'e' il pericolo che vengano impugnate legalmente dagli avvocati dei condannati che se vinceranno l'appello, come spero non succeda possono citare in giudizio i produttori". 
Ora, con in mano il cuore, caro signor Kercher, ha tutta la mia compassione per quello che è accaduto. Possiamo comprendere un sentimento di rivalsa verso chi è stato condannato e la volontà che la sentenza d'appello ribadisca quanto stabilito in primo grado. Ma se ciò non dovesse accadere, ovvero se la giustizia dovesse dimostrare che quei due non sono colpevoli, quanto riguarda i produttori del film dovrebbe essere l'ultimo dei suoi pensieri, mi pare.
Il delirio, comprensibilissimo nei genitori di Meredith, molto meno in chi si opporrà alla pellicola (qualcosa mi dice che non saranno pochi) è nelle parole della madre della vittima:  "Non lo voglio guardare, e' spaventoso - ha detto Mrs Kercher - non capisco come facciano a fare un film quando ancora manca il giudizio finale. E poi non capisco perche' abbiano intitolato in film ad Amanda Knox quando mia figlia è la vittima".
Ci risiamo. Confusione massima. Oddio, a dire il vero, fosse dipeso in qualche modo da me, il film non si sarebbe proprio fatto. E non per una questione di censura, mica mi voglio contraddire. Per una questione di buon senso e di buon gusto. Di delicatezza, cosa rara. 
Ma siccome ci sono altri motivi in gioco, se proprio si doveva fare, potevano almeno cambiare i nomi, dicendo che era ispirato alle tragiche faccende ma senza identificarvisi completamente. No, Vespa ha fatto il plastico, quindi è moralmente, sì, moralmente accettabile che anche sto film, sia fatto com'è fatto. Che poi abbiamo visto solo il trailer. Mah. 
Insomma. L'unica cosa sensata che si potrebbe dire è che alla fine, anzi all'inizio di tutto, il cinema è finzione. Così come la letteratura, intesa come forma di racconto, è finzione. 
Spesso invece mi sento consigliare di andare a vedere un tale film per imparare, capire cosa è realmente successo... Balle! Ci sono libri, trattati, cronache e giornali per farsi un'idea obiettiva di un fatto. Lo scopo del cinema è quello di toccare le corde emotive che possono metterci sulla stessa lunghezza d'onda del protagonista del film, che può essere la vittima o il carnefice. O anche il semplice osservatore. Se il film è ben fatto possono essere anche tutti e tre contemporaneamente. Ma mai la descrizione obiettiva di un fatto. Altrimenti non sarebbe cinema, e non servirebbe a niente.
Vallo a spiegare ai tromboni...


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