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Il Re CenZore

se ne sentiva proprio la mancanza...

MILANO ODIA, I CALIBRO 35 POSSONO SUONARE: cronaca di un concerto al cinema.


Geniale idea quella del quartetto milanese Calibro 35: prendere un caposaldo del cinema di genere italiano, 'Milano odia, la polizia non può sparare', e farne un concerto. Si avete capito bene: un concerto! E' il 9 Ottobre 2010 e sta per andare in scena la tappa romana del tour dei suddetti, all'Auditorium di Renzo Piano. I biglietti scarseggiano dal pomeriggio, ma io ed alcuni amici riusciamo ad accaparrarceli.
Atmosfera deferente, del resto è molta la curiosità riguardo questo progetto: li ho persi per un giorno a Brescia, al festival di Radio Onda d'Urto, ma la data capitolina non me la sarei lasciata scappare per niente al mondo. Si spengono le luci ed entrano i musicisti, applausi, dopodichè silenzio: sta iniziando il film. Si accende il proiettore e sul telo bianco, alle spalle dei quattro, partono i titoli del film. La regia è di Umberto Lenzi, il maestro del poliziottesco, che lo diresse nel 1974. Henry Silva, l'attore dalla faccia di gomma, è il commissario Grandi; Tomas Milian indossa invece i panni del sadico Giulio Sacchi; attori di contorno tipici del genere come Ray Lovelock e Gino Santercole, colonna sonora di Ennio Morricone. Più che una garanzia!
Cresciuto nello squallido hinterland milanese, a Sesto San Giovanni, Giulio Sacchi (che però parla con l'accento romano di Ferruccio Amendola) è pieno di risentimento nei confronti dei borghesi, dei signori come li chiama lui. Ha una ragazza che lo mantiene e che lui 'riempie d'uccello', mentre è malvisto negli ambienti criminali meneghini: troppo instabile.
Giulio si mette in testa di fare il colpo grosso rapendo la giovane Marilù, figlia d'un ricco industriale, e coprendo il suo cammino di cadaveri. Finchè il commissario Grandi, che lo rincorre da inizio film, non arriva allo scontro finale, e lì...
I Calibro 35 hanno deciso di suonare dal vivo l'intero commento sonoro alla pellicola: musiche, effetti, addirittura in un paio di casi le raffiche della mitragliatrice. Mentre il film scorre, comprensivo di sottotitoli, si alterna l'audio originale, soprattutto in occasione della battute di Milian, con il sonoro del concerto in sala. Si crea un atmosfera magica, sembra di essere presenti nella Milano grigia e violenta degli anni 70 e sembra di prendere parte agli inseguimenti ed alle sparatorie: l'immedesimazione è totale. I musicisti suonano a click, aiutati da una sapiente regia, sempre sul pezzo e pronta a mettere e togliere l'audio originale al momento giusto. I 4 non sbagliano una nota ed il pubblico è estasiato. L'esperimento è riuscito: il sound carico di funky e prog dei Calibro si sposa perfettamente con le immagini, la ricerca sonora è perfetta e, se non avessimo sotto mano un calendario a ricordarci la data, sembrerebbe persino di essere tornati indietro nel tempo. A fine live l'ovazione dura 2 minuti, il progetto è riuscito e, probabilmente, irripetibilmente, a meno che non si decida di perdere quel tocco di magia che l'unicità dell'evento è riuscita a creare.
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